Laureati. Situazione e confronti Stampa
Un dato fotografa abbastanza bene lo stato dell'istruzione universitaria nel nostro Paese: nel 2010 per il 72% dei neo-dottori si tratta della prima laurea in famiglia. Questo significa che l'accesso all'istruzione di terzo livello è ancora in espansione, si consolidano i risultati degli anni precedenti e si eleva la soglia d’istruzione del Paese. L'andamento però non è lineare e, comunque, non è stato ancora colmato il divario tra l'Italia e il resto dei Paesi più avanzati. Anzi, negli ultimi sette anni, secondo AlmaLaurea, che ogni anno raccoglie e analizza i dati di buona parte degli atenei italiani, le immatricolazioni si sono ridotte del 13%. Questo per l'effetto combinato di molti fattori: il calo demografico, la riduzione degli immatricolati in età più adulta, il minor passaggio dalla secondaria all'università (74,5% nel 2002, 65,7% nel 2009), il ridotto interesse dei diciannovenni per l'università (solo il 31% vi s’iscrive), gli effetti della crisi economica con le crescenti difficoltà delle famiglie a sostenere i costi diretti e indiretti dell'istruzione (infatti, cresce il ricorso al credito per finanziare l'educazione dei figli) e la contemporanea assenza di adeguate politiche per il diritto allo studio. Il risultato è, sottolinea l'analisi di AlmaLaurea, che in Italia «a lievitare più che i laureati sono stati i titoli universitari, passati dai 172mila nel 2001 ai 239mila del 2009». C'è poi il contesto internazionale, dove il divario emerge con evidenza: tra i giovani italiani di età tra 25 e 34 anni i laureati sono il 20% contro la media dei Paesi Ocse del 35 (ma nel Regno Unito è il 38%, in Francia il 41%, negli Usa il 42%, in Giappone il 55%). L'Italia è lontana anche dall'obiettivo dell'Unione europea, già raggiunto dalla metà dei Paesi membri, del 40% di laureati nella popolazione tra 30 e 34 anni entro il 2020. In questa fascia di età, considerata strategica per competere a livello internazionale, fra il 2004 e il 2009 i laureati italiani sono aumentati solo del 3% (dal 16 al 19).
(Fonte: P. Piccioli, ItaliaOggi 18-11-2011)