Ricerca. La Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) Stampa
Nel bando per la valutazione della qualità della ricerca (Vqr), nell'ambito delle attività dell'Agenzia nazionale per la valutazione dell’università e della ricerca (ANVUR), il modello "tre prodotti a testa" ha il vantaggio della semplicità, ma appiattisce differenze significative. La scelta di valutare sia scienziati sia umanisti con tre prodotti in sette anni rischia di appiattire le differenze e potrebbe portare a confronti non congruenti perché tipo e "densità" di produzione scientifica sono molto diversi. La quantità di prodotto di qualità è un elemento importante della valutazione dell'area tecnica e scientifica e sette anni sono lunghi. Gli scienziati lavorano in gruppo, spesso collaborano con altri gruppi all'interno della stessa struttura, o di altri dipartimenti o di altri Paesi. La scienza funziona così, si condividono strumentazioni e risultati e soprattutto esperienze, a volte con laboratori dall'altra parte del mondo, a volte con laboratori diversi nello stesso dipartimento. Individuare criteri di "proprietà" dei risultati in lavori di gruppo non è semplice e può portare a confronti impropri tra aree. La Vqr opera sul principio che una struttura sia valutata come somma della valutazione dei docenti e ricercatori che la compongono. Sarebbe più sensato puntare direttamente alla valutazione dei dipartimenti che risulteranno dalla legge 240 che non di quelli attuali: è una proposta per riversare subito il risultato della Vqr nelle politiche di attribuzione delle risorse.
(Fonte: G. Braga, Il Sole 24 ore 02-11-2011)