PARLA IL NUOVO MINISTRO MANFREDI Stampa

Quali problemi proverà a risolvere innanzitutto?
«Serve una strategia pluriennale: l'alta formazione e la ricerca non possono cambiare passo ogni anno. È importante dare stabilità a questo settore in una prospettiva internazionale, come avviene in altri Paesi. Dobbiamo programmare il rilancio per dare garanzie ai nostri giovani, per evitare che i migliori vadano via dall'Italia: dobbiamo tenerceli».
Programmare in che modo?
«Dobbiamo mettere in campo un piano pluriennale per i ricercatori, per garantire nuovi ingressi ogni anno e, quindi, quel rinnovo generazionale di cui abbiamo molto bisogno. I ricercatori oggi hanno un'età media troppo alta. Programmando gli ingressi anno per anno si dà la sensazione a chi resta fuori che l'occasione può arrivare».
Parliamo di numeri, quanti ricercatori e in quanti anni?
«Almeno 10mila nuovi ricercatori nei prossimi 5 anni, oltre al naturale turn over. In questo modo chi va all'estero lo fa per scelta, non per obbligo. Chi resta in Italia, invece, sa che può tentare il prossimo anno. Oggi abbiamo solo piani di assunzione straordinari: in questo modo si ha purtroppo la sensazione che, perso un treno, non ce ne saranno altri. Senza la speranza non si può guardare al futuro». (F: corriereuniv.it 02.01.20)
Successivamente il ministro ha detto: "Con un piano pluriennale di immissioni di ricercatori si da' una vera opportunità ai giovani riducendo il precariato storico. Nei prossimi 5 anni sarà possibile assumere 10mila ricercatori. Voglio trovare una risposta insieme alla Conferenza delle Regioni per affrontare il tema delle borse di studio: vanno garantite a tutti gli aventi diritto". (F: Il Messaggero 09.01.20)