NELLA FUTURA AGENZIA NAZIONALE PER LA RICERCA (ANR) IL DIRETTORE E CINQUE COMPONENTI SU OTTO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO SARANNO DI NOMINA POLITICA Stampa

Il Direttore e cinque componenti su otto del consiglio direttivo della futura agenzia nazionale per la ricerca (ANR) saranno di nomina politica, secondo la più recente bozza del "Disegno di legge di bilancio per il 2020″, che all'Art. 28 ((Istituzione dell'Agenzia nazionale per la ricerca e altre misure di sostegno alla ricerca e all'istruzione) recita: «Il direttore è scelto dal Presidente del Consiglio dei ministri. Il comitato direttivo è composto da otto membri scelti: due dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, uno dal Ministro per lo Sviluppo Economico, uno dal Ministro della Salute, uno dal Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione, uno dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, uno dal Consiglio Universitario Nazionale, uno dalla Consulta dei Presidenti degli enti pubblici di ricerca.» Per capire cosa possa significare per la libertà di ricerca un'agenzia con due terzi dei vertici direttamente nominati dal governo, basterà pensare a temi di ricerca nel mirino della politica, come quelli di un convegno che l'Università di Verona aveva sospeso su pressione dell'estrema destra: Migrazioni, diritti umani, antisemitismo, storia contemporanea, studi socio-economici su povertà e disoccupazione, questione meridionale, diritto costituzionale, cambiamenti climatici, inquinamento, vaccini, bioetica: su questi e altri argomenti saranno dei veri e propri "commissari politici" a decidere se si può fare ricerca e chi può farla. (F: Red.ne Roars 02-11-19)