A HUMAN TECHNOPOLE (HT) RISORSE COSPICUE AL DI FUORI DI OGNI PERCORSO COMPETITIVO Stampa

140 milioni di euro l'anno è il finanziamento che, con la legge di bilancio 2017, lo Stato ha assegnato alla Fondazione Human Technopole (HT). Risorse pubbliche, dei cittadini, che alimenteranno progetti al di fuori di ogni percorso competitivo, senza alcuna certezza di sviluppare le idee più meritevoli del Paese. Per sanare questa anomalia, nella legge di bilancio in discussione, c'è un'iniziativa volta a scongiurare che questo finanziamento favorisca un nuovo, e solo uno, centro di ricerca avulso dal sistema della ricerca del Paese. In HT, con quelle risorse certe si potrà studiare genomica e neurogenomica; fuori da HT, invece, i ricercatori di base che già le studiano attendono da anni un bando pubblico per dimostrare che la loro idea è migliore e ottenere i fondi per svilupparla. Ogni anno, i 51 istituti di ricerca ospedalieri (IRCCS) italiani molti già specializzati nelle materie che si studieranno in HT - competono tra loro per un fondo totale di 159 milioni di euro; nello stesso tempo il solo HT riceve, senza competizione, 140 milioni. Una gara sleale, quindi, tra libere idee del Paese negli stessi ambiti. La soluzione arriva dalla Svezia, dallo Science For Life Laboratory, struttura che concentra ben 40 facilities ad altissimo valore tecnologico, cui i ricercatori di tutte le università e centri del Paese accedono per realizzare parti di progetti che ne richiedono l'uso.
Nelle ultime settimane si è svolto, con i Ministeri coinvolti nella Fondazione (Miur, Ministero della Salute e Mef), un lavoro per garantire una strutturale apertura di HT, con facilities di tecnologie da identificare, progettare e costruire in funzione delle esigenze di tutto il Paese e delle competenze da crescere a Palazzo Italia. Ne è nato un emendamento alla legge di bilancio che destina, a partire da bandi annuali stabili e competitivi, almeno 80 di quei 140 milioni pubblici alla copertura dei costi di ideazione, costruzione e mantenimento di «facilities nazionali HT» e delle spese di mobilità dei ricercatori di Università, IRCCS e Enti pubblici di ricerca dalle loro sedi ad Arexpo, oltre che dei costi delle parti progettuali lì svolte. Il tutto mediante competizione meritocratica. (F: E. Cattaneo, Il Messaggero 11.11.19)