UN QUADRO REGOLAMENTARE PIÙ FLESSIBILE E INNOVATIVO PER IL DOTTORATO Stampa

Il dottorato di ricerca italiano ha bisogno di essere ricondotto a normalità e concretezza, semplificandone l'attivazione e liberalizzandone l'accesso, togliendo tutti gli ostacoli per la sua internazionalizzazione, separando l'iscrizione al dottorato dalla fruizione di borse di studio, cancellando l'obbligo della durata triennale, e aprendo il sistema di finanziamento delle borse, anche considerando prestiti d'onore e forme di crowdfunding, e comunque forme di finanziamento dal basso, calcolando i posti a disposizione solo in riferimento al numero di docenti, e riconsiderando la valutazione dei risultati sulla base di criteri di trasparenza, garantendo l'accesso aperto alle banche dati delle tesi di dottorato. Su tali temi il nuovo ministro potrebbe fin da subito dare un segnale di apertura, promuovendo un quadro regolamentare più flessibile e innovativo rispetto all'attuale e fra questi ripensare il controllo da parte dell'ANVUR da ricondurre in tempi brevi alla sua missione di valutazione ex-post. Così il dottorato italiano potrà assolvere in pieno alla sua missione di formare alte professionalità, e non essere considerato solo come il primo passo di una carriera accademica. (F: S. Mecca, CorSera Università 01-10-19)