LA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE E IL SOTTOFINANZIAMENTO DELLA RICERCA SCIENTIFICA Stampa

Si stima che i giovani laureati disoccupati o sottoccupati residenti in Italia siano circa 1 milione. Si tratta di individui le cui conoscenze sono non utilizzate o sottoutilizzate e potenzialmente occupabili in centri di ricerca pubblici. Il costo a carico delle finanze pubbliche sarebbe di gran lunga inferiore a quello impegnato dal Governo Conte 1 per i principali provvedimenti della manovra finanziaria (reddito di cittadinanza, "quota 100", flat tax) e l'assunzione di giovani qualificati nel settore pubblico avrebbe effetti positivi nel breve periodo di espansione della domanda interna e di lungo periodo sul tasso di crescita della produttività del lavoro.
Il settore pubblico italiano è notevolmente sottodimensionato e, per numero di dipendenti, più piccolo della media europea, a causa di lunghi periodi di blocco delle assunzioni, e quello con età media dei dipendenti più elevata. Il blocco delle assunzioni, motivato con l'idea di generare risparmi pubblici tagliando stanziamenti per il settore della ricerca scientifica e più in generale restringendo il perimetro della pubblica amministrazione, non solo non ha raggiunto il risultato dichiarato (negli ultimi anni l'Italia ha sì registrato una contrazione del disavanzo pubblico, ma, al tempo stesso, ha sperimentato un continuo aumento del debito pubblico), ma ha semmai contribuito a ridurre il tasso di crescita per una duplice ragione: ha frenato le innovazioni prodotte dal settore pubblico e ha reso più difficili gli investimenti privati come conseguenza del peggioramento del funzionamento della pubblica amministrazione. (Fonte: G. Forges Davanzati, Roars 07-09-19)