SCIENZE UMANE. SONO IN CRISI SOPRATTUTTO NEI PAESI ANGLOSASSONI, MA VI SONO ANCHE PAESI IN CONTOTENDENZA COME LA CINA E SINGAPORE Stampa

Le humanities sono chiamate anche spesso da noi scienze umane, ma all'estero le human sciences sono di regola le scienze sociali più quelle psicologiche. Si tratta di discipline umanistiche; humanités in Francia o Geisteswissenschaften in Germania: letteratura, filosofia, storia, religione, filologia, lingue, cui si possono aggiungere storia dell'arte, semiotica, arti visive e arti performative, inclusa la musica. Negli Stati Uniti sono humanities anche diritto e geografia umana. Si tratta dell'evoluzione moderna degli studia humanitatis che si strutturarono nel XV secolo, intorno a una comunicazione linguistica che tornava a essere usata come esplorazione conoscitiva del mondo. Allora si trattava di grammatica, retorica, poesia, storia, filosofia morale, greco antico e latino. Dopo la crisi economica del 2008, le immatricolazioni universitarie nei corsi di humanities in diversi Paesi di cultura occidentale e tecnologicamente avanzati sono progressivamente calate o precipitate, a vantaggio delle iscrizioni nei corsi di laurea STEM. Ma ci sono anche Paesi in controtendenza negli investimenti per le humanities, come ad esempio Singapore e la Cina. Non sono Paesi occidentali e non sono democrazie, per cui il paragone deve prendere in considerazione la logica politica delle scelte. A Singapore nel 2016 hanno stanziato 350 milioni di dollari in cinque anni per sviluppare humanities e social sciences. (Fonte: G. Corbellini, scienzainrete 05-06-19)