Validità dei test d’accesso alle facoltà a numero programmato Stampa
In Italia l'esperienza ha dimostrato (relazione Cnsvu 2011 e altre autorevoli fonti) che esiste una forte correlazione fra il punteggio conseguito nel test e i risultati ottenuti nel corso degli studi universitari. Inoltre, nella facoltà di Medicina e Chirurgia con accesso a test multiplo valgono quattro importanti aspetti: 1) le iscrizioni agli anni successivi avvengono con regolarità a dimostrazione che la selezione funziona al contrario delle facoltà dove l'accesso è effettuato secondo altri parametri; 2) gli studenti che ottengono un punteggio elevato nella prova a test si laureano prima degli altri; 3) gli studenti che ottengono un punteggio elevato nella prova di ammissione superano gli esami con votazioni più alte e si laureano con una votazione mediamente più elevata rispetto ai candidati posizionatisi nelle fasce inferiori della graduatoria; 4) il numero di esami superati in corso è tanto più elevato quanto maggiore è il punteggio conseguito nella prova a test. Pertanto non c'è da inventarsi niente di nuovo, semmai migliorare la prova a quiz, attraverso un database di domande a risposta multipla molto esteso, aggiornabile ogni due anni, da cui poi selezionare a sorteggio le domande di concorso che dovranno essere le stesse per tutti gli atenei pubblici e privati, con prova di accesso unica (stesso giorno per atenei statali e privati) e graduatoria unica nazionale. In questo modo gli studenti potranno studiare ed esercitarsi sulla prova. Si potrebbe, infine eventualmente integrare il punteggio della prova a test con una percentuale basata sul curriculum scolastico e non sul voto dell'esame di Stato. Le prove a test non discriminano gli studenti in base a fattori legati al reddito familiare o all'ambiente sociale di provenienza e garantiscono criteri di selezione meritocratici, favorendo il raggiungimento di un sistema competitivo. Il successo delle prove di accesso a test multipli analogamente al modello Medicina è confermato anche dal fatto che per il prossimo anno accademico, 839 corsi di laurea su 4.389 (il 19%) dei corsi attivi negli atenei italiani, adotteranno una procedura di selezione a test.
(Fonte: G. Novelli, Il Messaggero 10-08-2011)