La misura delle citazioni Stampa
Google e Microsoft scendono in campo, sostiene Nature, per “democratizzare» il sistema internazionale di valutazione degli scienziati. La rivista inglese, la più nota al mondo in ambito scientifico, si riferisce al fatto che Google ha inaugurato il mese scorso il Google Scholar Citations (GSC), un sistema gratuito e partecipativo per verificare quante citazioni riceve un articolo scientifico, mentre Microsoft nei mesi scorsi ha potenziato il Microsoft Academie Search (MM), un sistema ad accesso libero che si prefigge i medesimi obiettivi. La citazione da parte di un proprio collega non è altro che il riconoscimento di importanza del lavoro fatto da uno scienziato. La misura delle citazioni è, dunque, un sistema di valutazione per individuare in maniera sempre più obiettiva il merito. La questione sembra essere molto tecnica e interessare gli appassionati di scientometria, ovvero quella sorta di metascienziati che hanno come oggetto di studio la scienza e le pubblicazioni degli scienziati. E, invece, è di interesse generale. Per almeno due motivi. Il primo è che questo sistema - finora gestito a pagamento da alcuni centri - diventa gratuito e partecipato. Il secondo motivo riguarda l'efficacia degli strumenti. Nessun dubbio che, se ben costruiti, i sistemi di citazioni siano obiettivi. E pochi dubbi, anche, che si possono approntare sistemi per individuare i furbi. Tuttavia molti sospettano che la conta obiettiva del numero di citazioni e persino l'h-index siano una misura dei muscoli, piuttosto che del cervello degli scienziati. L'h-index del fisico teorico Ed Witten, per esempio. risulta cinque volte superiore a quello di Paul Dirac e addirittura venti volte superiore a quello di Albert Einstein. Con tutto il rispetto per Witten, grandissimo fisico teorico, forse l’h-index non ci dice tutto. (Fonte: P. Greco, L’Unità 08-08-2011)