SCOMPENSI NEL MERCATO DEL LAVORO PER IL DISALLINEAMENTO FRA LE COMPETENZE CHIESTE DALLE AZIENDE E LA FORMAZIONE DEI GIOVANI Stampa

L'Italia evidenzia un forte scompenso del mercato del lavoro: secondo uno studio della Bocconi in collaborazione con JP Morgan, il nostro Paese è il terzo al mondo nei Paesi dell'area Ocse per disallineamento fra le competenze chieste dalle aziende e la formazione dei giovani.
Il mercato ristagna nonostante la richiesta di competenze. Il tasso di disoccupazione giovanile si attesta intorno al 30% e circa un terzo delle aziende fatica a trovare profili adatti per più di un milione di contratti. Per questo, dati Ocse alla mano, circa il 40% dei lavoratori non è compatibile con il proprio impiego, il 20% dei lavoratori è sottoqualificato e il 19% è sovraqualificato per la mansione che svolge.
Il dato è particolarmente drammatico per il settore umanistico: secondo il rapporto Ocse del 2017 il tasso di occupazione dei laureati in ingegneria è dell'85%, quello delle materie economico-giuridiche è dell'81%, mentre il dato occupazione delle materie umanistiche fatica ad arrivare al 75%: praticamente un laureato su quattro non trova lavoro. Prendendo in considerazione la fascia anagrafica fra i 25 e i 34 anni, solo il 64% dei laureati italiani ha un'occupazione, la media europea invece è dell'83%. Nonostante questo, ben il 30% dei laureati complessivi proviene proprio da studi umanistici. L'economista Massimo Anelli, analizzando i database dell'Inps, ha seguito il percorso lavorativo di tutti i laureati di una grande città italiana fino a 25 anni dalla laurea: la ricerca ha messo in evidenza che le lauree umanistiche rendevano in termini di occupazione il 30% in meno di quelle in giurisprudenza, economia e management. Secondo Anelli, "Alla base di questa situazione c'è anche un'informazione inadeguata sugli esiti lavorativi e retributivi delle diverse facoltà, che porta a una scelta basata sulle sole preferenze individuali per le diverse discipline". (Fonte: verdeazzurronotizie.it 13-03-19)