Il valore della Laurea Stampa
In questi giorni si discute in Parlamento la proposta dell’abolizione del valore legale del diploma di laurea, in seguito all’indagine conoscitiva del Senato dal titolo: “Effetti connessi all’eventuale abolizione del valore legale del diploma di laurea”. Se il parlamento dovesse procedere in questa direzione le lauree conseguite in Italia avrebbero un valore diverso a seconda della sede universitaria nella quale il titolo è stato acquisito. Per far sì che questo accada c’è però bisogno di mettere in piedi da zero un’agenzia indipendente che si occupi del monitoraggio, dell’accreditamento e di dare un punteggio ai vari corsi di laurea, in modo tale da avere una di classifica dei vari atenei. Questa classifica indicherebbe il “valore reale” della laurea e il suo peso nei concorsi pubblici. Per l’accesso agli ordini sarebbe differente a seconda dell’università in cui è stata conseguita. La misura è stata subito contrastata dai sindacati e dalle associazioni studentesche che fanno sapere che, l’abolizione del valore legale del titolo, potrà “incrementare le disuguaglianze sociali ed economiche”. Gli ordini professionali sono anche contrari. Confindustria e il presidente dei giovani industriali si sono detti invece favorevoli all’abolizione. Tutti i discorsi affrontati prescindono però dal contesto europeo. Se venisse percorsa la strada che Confindustria predilige si andrebbe incontro a situazioni quasi paradossali per cui una laurea presa a Palermo non avrebbe lo stesso valore di una laurea presa a Milano, ma in un concorso europeo avrebbe lo stesso valore di una laurea acquisita alla Sorbona.
(Fonte: http://www.iljournal.it/2011/il-valore-della-laurea/247450 09-07-2011)