Il libro bianco del Governo inglese sull'università Stampa
L'ultimo Libro Bianco del Governo inglese sull'università (presentato a Londra il 28 giugno scorso) continua una tradizione da cui dovremo prima o poi imparare qualcosa. Tre aspetti meritano di essere sottolineati, perché riguardano anche noi e sempre più diventeranno importanti in futuro. Anzitutto, l'esigenza di migliorare l'efficienza del sistema dipende dalla dimensione dei tagli dei finanziamenti pubblici: dovendo chiedere agli studenti di coprire una quota maggiore del costo della loro educazione, bisogna anche garantire che ci siano più qualità e minori costi. In secondo luogo, e in parte per questo motivo, il Libro Bianco sottolinea che l'enfasi non può essere posta solo sulla qualità della ricerca scientifica, che da sempre qualifica l'università rispetto al resto del sistema educativo. Ma bisogna avere incentivi e verifiche anche nei confronti della qualità dell'insegnamento, e anche per questo aspetto deve essere più importante che in passato il ruolo attribuito ai giudizi degli studenti (nel Libro Bianco si fa menzione del ricorso alle tecniche di valutazione delle associazioni dei consumatori). Infine, e questo è il vero succo dell'intero pensiero del Governo inglese, lo strumento principale con cui si pensa di ottenere tutto ciò è uno solo, e molto semplice: la concorrenza. Oltre alla concorrenza già esistente tra le diverse sedi, la proposta del nuovo Libro Bianco è quella di aumentare la contendibilità dell'educazione superiore e si arriva a una proposta che per il nostro Paese avrebbe dell'incredibile: prevedere un pool di posti-studenti cui le diverse università, possano competere in modo tale che vi sia la ragionevole certezza che la crescita dimensionale caratterizzi soltanto le università che se lo meritano.
(Fonte: G. Vaciago, Il Sole 24 Ore 08-07-2011)