SCELTE DEI DIPLOMATI ALLA CONCLUSIONE DELLA SCUOLA SECONDARIA DI 2° GRADO IN TERMINI DI PERFORMANCE UNIVERSITARIE E LAVORATIVE A UN ANNO E A TRE ANNI Stampa

Il Rapporto 2019 sulla Condizione occupazionale e formativa dei diplomati di scuola secondaria di secondo grado, realizzato da AlmaDiploma e dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, fotografa le scelte compiute dai diplomati alla conclusione della scuola secondaria di secondo grado in termini di performance universitarie e lavorative nell'immediato (a un anno) e in un più lungo periodo (a tre anni). Il 66,8% dei diplomati si iscrive all'università e opta per un percorso di studi economico-sociale. A un anno dal diploma il 35,5% lavora, in particolare chi è uscito dagli istituti professionali. Chi ha svolto attività di Alternanza scuola-lavoro e stage durante gli studi, ha il 40,6% in più di probabilità di lavorare una volta terminati gli studi.
Tra chi prosegue gli studi con l'iscrizione all'università, la motivazione principale è di natura lavorativa (68,2%): il 45,0% dei diplomati intende infatti migliorare le opportunità di trovare lavoro, il 22,1% ritiene che la laurea sia necessaria per trovare lavoro e l'1,1% dichiara di essersi iscritto non avendo trovato alcun impiego. Il 30,2% è spinto invece dal desiderio di potenziare la propria formazione culturale.
La tendenza è confermata all'interno di tutti i tipi di diploma. In particolare, il 49,5% dei tecnici dichiara di essersi iscritto per migliorare le possibilità di trovare lavoro; è il 43,7% per i liceali e 37,1% per i professionali. Per i liceali, più di altri, l'iscrizione all'università viene vissuta come una necessità per accedere al mercato del lavoro (26,2%; è pari al 12,2% per i tecnici e 15,9% per i professionali). Infine, la prosecuzione degli studi è dettata dal desiderio di migliorare la propria formazione per il 41,4% dei professionali, rispetto al 28,1% dei liceali e al 34,1% dei tecnici.
Fra i diplomati che hanno invece terminato con il diploma la propria formazione, il 29,3% indica, come motivo principale della non prosecuzione, la difficoltà di conciliare studio e lavoro. Il 24,8% dichiara invece di non essere interessato a proseguire ulteriormente la formazione, mentre il 13,0% è interessato ad altra formazione. Infine, il 12,9% lamenta motivi economici. (Fonte: www.giornaledellepmi.it 31-01-19)