L’IRRIGIDIMENTO DEL SISTEMA DI COMUNICAZIONE MINA L’EFFICACIA DELLA TERZA MISSIONE DEGLI ATENEI Stampa

Si usa sovente il concetto improprio di "trasferimento tecnologico" per identificare il rapporto esistente tra la "scienza" degli atenei e le "applicazioni tecnologiche" dell'industria. Dietro vi è una visione della società dei cilindri (l'università, l'industria, il paese) che comunicano tra di loro mediante una rete più o meno complessa, con flussi di trasferimento sostanzialmente unidirezionali (il paese trasferisce fondi, scarsi, agli atenei; gli atenei formano i laureati che auspicabilmente si occuperanno nelle imprese; le università trasferiscono le loro scoperte scientifiche alle imprese in cambio di denaro; le industrie vorrebbero orientare la formazione ma le università sovente sono reticenti; se lo vogliono fare il complesso delle norme vigenti non lo consente, e così via). Nella sostanza però molti di questi scambi avvengono solo in linea teorica e i sottosistemi non comunicano tra di loro. Più regole e sedicenti "facilitatori" s'inseriscono e più s'irrigidisce il sistema. E' altresì facile immaginare quanto sia fallimentare questo modello alla luce della corrente rivoluzione industriale dell'industria 4.0, tutta basata sulla comunicazione e interconnessioni tra "fare le cose" e trasmissione di informazioni in rete dati. Pertanto la domanda finale è come si può valutare l'efficacia della cosiddetta "terza missione degli atenei" se s'irrigidisce il sistema di comunicazione tra i vari attori della società italiana? (Fonte: Relazione a Congresso Uspur, Bologna 20-10-18)