Il titolo di studio non è più "caratteristica prioritaria" nei percorsi di inserimento lavorativo Stampa

È stato presentato lo scorso 7 giugno alla Facoltà di Economia della Sapienza Università di Roma il X Rapporto sullo stato sociale, curato dal Dipartimento Economia Pubblica della Sapienza e dal Centro di Ricerche Interuniversitario sullo Stato Sociale (CRISS).

Felice Roberto Pizzuti, curatore dell'indagine, ha evidenziato come le tendenze economiche, demografiche e sociali verificatesi in Italia nel corso degli ultimi anni, aggiuntesi alla crisi economica, stiano dispiegando una serie di conseguenze che finiscono con il riversarsi soprattutto sulle nuove leve, dando vita conseguentemente a una vera e propria "questione giovanile". I giovani, che si affacciano sul mercato del lavoro in un contesto caratterizzato da instabilità, globalizzazione e flessibilità, sono sempre meno numerosi sul piano quantitativo e conseguentemente diminuisce in misura proporzionale anche la loro possibilità di incidere sulle decisioni sociali e non dei gestori pubblici.

Il titolo di studio non è più "caratteristica prioritaria" nei percorsi d’inserimento lavorativo con la conseguenza che spesso i giovani svolgono un lavoro per cui la loro formazione risulta non necessaria o addirittura eccessiva. Nelle università vengono create alte professionalità, ma il mercato occupazionale presenta mancanze strutturali tali che rendono difficile l'inserimento lavorativo di queste preziose risorse umane. C'è bisogno, come emerge dal confronto con le realtà formative di altri Paesi, di una maggiore manualità ed esperienza sul campo con la necessità di affrontare "un'alta mortalità" nel passaggio generazionale all'interno delle realtà imprenditoriali: difficilmente i figli, dopo aver studiato, entrano nell'attività dei genitori e ciò comporta una caduta del numero delle imprese, che genera situazioni gravi di disagio.
(Fonte: M.L. Marino, rivistauniversitas 09-06-2011)