Il nuovo regolamento per la valutazione triennale dei docenti Stampa
Il Consiglio dei Ministri del 4 maggio ha approvato due schemi di regolamento per la valutazione dei professori universitari, sulla base dei quali la progressione economica dei docenti sarà determinata secondo esclusivi criteri meritocratici. Il testo, composto di cinque articoli è attuativo della legge di riforma del sistema universitario (legge 240/10). «Termina - si legge in un comunicato del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca - l’epoca dell’avanzamento di carriera solo in base all’anzianità di servizio». Il primo schema di regolamento riguarda tutti i docenti: la progressione economica da biennale diventerà triennale, con invarianza complessiva e decorrenza dal primo scatto successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della legge di riforma, e sarà valutata su base meritocratica. Il secondo regolamento riguarda solo i nuovi docenti assunti dopo l’entrata in vigore della riforma dell’università. Sarà rivisto il loro stipendio d’ingresso ed eliminato il periodo di straordinariato. «Prosegue l’iter di attuazione della riforma dell’università - ha dichiarato il ministro Mariastella Gelmini - Oggi, con l’approvazione di due schemi di regolamento sulla valutazione dei docenti, aggiungiamo un tassello importante per l’attuazione della Riforma. Finalmente i docenti saranno valutati e premiati sulla base di criteri meritocratici. L’anzianità di servizio, infatti, non poteva restare il criterio determinante per l’avanzamento di carriera». Sul testo saranno acquisiti i pareri del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari. Ma non è tutto oro quello che luccica, i livelli stipendiali restano i più bassi d'Europa, afferma il rettore della "Sapienza" di Roma. Luigi Frati ha apprezzato e apprezza la filosofia della riforma, coraggiosa e «necessaria», ma mette in luce le ombre nell'attuazione della rivoluzione del merito. Spiega che il passaggio dall'avanzamento biennale a triennale «rende più lenta la progressione, come pure l'abolizione dell'avanzamento di carriera...». «Mi piace, invece, che l'avanzamento non sia automatico, ma su base meritocratica. Come Sapienza abbiamo già valutato i criteri scientifici per determinare la produzione dei docenti sulla base della valutazione europea». Insieme con l'università di Bologna - aggiunge - stiamo costruendo lo schema degli indicatori oggettivi nei settori umanistici che sono più difficili da valutare rispetto alle discipline scientifiche.
(Fonti: La Stampa 05-05-2011, Il Sole 24 Ore 06-05-2011, ItaliaOggi 06-05-20011, Il Secolo d’Italia 06-05-2011)