Per la FLC-CGIL i compensi aggiuntivi devono essere oggetto di confronto e contrattazione Stampa
La Legge 240/2010 (riforma dell’Università) prevede che le singole Università possano integrare il trattamento economico per i ricercatori cui siano affidati moduli o corsi curriculari e per il personale docente che contribuisce all’acquisizione delle commesse attraverso specifici regolamenti di Ateneo. Il segretario generale della FLC CGIL ha scritto una lettera a tutti i Rettori nella quale sostiene che “l’idea che il rapporto di lavoro di docenti e ricercatori non sia più regolato dalla legge, senza essere peraltro tutelato da alcun contratto ma solamente da regolamenti amministrativi e di ateneo, non è accettabile. Allo stesso modo non è accettabile che la disciplina del rapporto di lavoro dei lettori e CEL di madrelingua non sia ancora stata normata pur in presenza di numerose sentenze della Corte di Cassazione. Riteniamo indispensabile che su tutti questi interventi vi sia un confronto pieno sul loro contenuto, in mancanza del quale ci troveremmo di fronte ad uno dei rarissimi casi in cui quote significative della retribuzione dei lavoratori nel pubblico impiego siano definite unilateralmente dall’amministrazione. Pertanto riteniamo che le modalità di assegnazione dei compensi aggiuntivi previsti per legge solo per la loro istituzione, ma senza quantificazione economica né modalità di distribuzione, debbano essere oggetto di confronto e contrattazione con le OO.SS e le associazioni di categoria più rappresentative dei docenti universitari e dei ricercatori e non possano comunque essere lasciate alla deliberazione unilaterale delle Amministrazioni Universitarie”.
(Fonte: D. Pantaleo FlcCgil 31-03-2011)