RIPARTIZIONE DEL FONDO DI FINANZIAMENTO ORDINARIO DELLE UNIVERSITÀ STATALI IN UNA BOZZA DI DECRETO. QUASI IL 30% ALLA “PREMIALITÀ” Stampa

Il FFO complessivamente si colloca intorno ai 7,3 miliardi di euro. Cresce di circa 345 milioni rispetto allo scorso anno (+4,9%) solo perché contiene tra l'altro: 271 milioni di euro per il finanziamento dei cosiddetti "dipartimenti di eccellenza"; 50 milioni di euro a titolo di parziale compensazione del blocco degli scatti stipendiali dei docenti; 105 milioni di euro per compensare l'ampliamento della no tax area per le contribuzioni studentesche.
Tutti questi interventi sono finalizzati a finanziare totalmente o parzialmente specifiche iniziative previste da provvedimenti legislativi, temporalmente limitate e quindi non strutturali. Gli Atenei, inoltre, dovranno far fronte con il proprio bilancio anche al rinnovo del CCNL del personale tecnico e amministrativo (e dal 2019 anche agli aumenti per il personale docente e ricercatore). Quindi le risorse strutturali a disposizione degli atenei sono di fatto diminuite e cala in particolare la quota base di finanziamento (che si riduce al 60% del FFO, dal 72% di quattro anni fa), arrivando intorno ai 4 miliardi e 400 milioni di euro (165 milioni di euro in meno del 2017, circa il 4%). Quasi 3 miliardi (2,950) sono attribuiti sulla base dei finanziamenti dell'anno precedente (nel FFO 2017 erano più di 3,2 miliardi, con una diminuzione di circa 260 milioni di euro, pari a quasi il 9% in meno per questa voce). La quota ripartita secondo il criterio del cosiddetto "costo standard di formazione studente" aumenta invece da quasi 1,3 a quasi 1,4 miliardi di euro (circa 95 milioni di euro in più, +8% della voce), passando dal 28,6% al 31,9% della quota base. Continua a crescere la percentuale delle risorse destinate alla cosiddetta premialità che raggiunge quasi un miliardo e 700 milioni di euro (158 milioni in più dello scorso anno, ben 11% in più nei fondi su questa voce, pari a circa il 24% delle risorse disponibili contro il 22% dello scorso anno), al netto dei dipartimenti di eccellenza (sommando i quali si raggiunge quasi il 30% delle risorse complessive). (Fonte Flc Cgil 23-07-18)