AIUTARE I GIOVANI CON PIÙ EDUCAZIONE PIUTTOSTO CHE CON UN BONUS MONETARIO Stampa

«lo penso che di norma piuttosto che dare il pesce bisogna insegnare alle persone a pescarlo. Dando a un giovane 12mila euro o anche più non si risolve certo la questione principale, che oggi - per i millennials, ma in realtà per tutti i giovani e non solo per loro - è soprattutto il problema di avere a disposizione le conoscenze che ti permettono di riuscire in età adulta. Quindi, dovendo scegliere come aiutare i giovani, io li aiuterei con più educazione piuttosto che con un bonus monetario da spendere a discrezione». Così Alessandro De Nicola, editorialista e presidente della Adam Smith Society. Però in Italia mantenere un figlio agli studi presso un ateneo di qualità è molto costoso...«In Italia abbiamo il problema della qualità dell'offerta universitaria. Nel senso che abbiamo alcune università di grande eccellenza, ma poi abbiamo atenei che non sono eccellenti per nulla. È più un problema di offerta che di domanda, perché in effetti il costo dell'università non è poi così alto, e io sono dell'idea che una cosa offerta gratis è una cosa che viene svalorizzata. È una questione che riguarda l'istruzione universitaria, ma anche quella secondaria: ricordiamoci che il 20% degli italiani giovani si laurea, ma il 70% no. Si può far meglio da questo punto di vista, ma ci serve comunque una istruzione secondarla di qualità, che in questo momento non c'è. A parte le grandi disparità regionali, il fatto che ci sia una scuola che non ha un minimo criterio competitivo di selezione dell'offerta formativa, di libertà di scelta e così via porta all'offerta indifferenziata. Un sistema in cui il professore volenteroso e bravo è pagato come quello che si limita a timbrare il cartellino. Una scuola che non riesce ad attrarre dei fondi esterni o che non può ricevere in regalo dei computer, un sistema che scoraggia e non premia il merito. Oggi la questione non è tanto il mercato del lavoro ma quella della conoscenza, e a maggior ragione della conoscenza continua, visto che i saperi evolvono molto velocemente. Bisogna fornire alle persone il massimo delle opportunità possibili per istruirsi. Questa è l'unica mossa che può creare ricchezza». (Fonte: La Stampa 09-05-18)