Nella sanità pubblica medici in forte calo. E il governo vara il piano sanitario 2011-13 Stampa
Entro il 2015 diciassettemila medici lasceranno ospedali e strutture territoriali per aver raggiunto l’età della pensione. In parte non saranno rimpiazzati per la crisi economica e i tagli del personale. In parte mancheranno i rincalzi. Dovremo anche noi ricorrere all’assunzione di stranieri come Gran Bretagna e Stati Uniti? La crisi italiana si avvertirà in modo sensibile dal 2012, avvio di un «saldo negativo tra pensionamenti e nuove assunzioni». La forbice tra chi esce e chi entra tenderà ad allargarsi anche per penuria di nuovi professionisti sfornati dalle scuole di specializzazione. Squilibrio ancora più evidente nelle Regioni in deficit che devono gestire rigidi piani di rientro. I tecnici del ministro della Salute propongono correttivi che consistono nell’aumento di risorse finanziarie per la formazione degli specialisti. Bisognerebbe innalzare il numero dei contratti finanziati dallo Stato. Ora sono 5mila, insufficienti. Dal 2012 al 2014 è prevista una mancanza di 18mila medici che diventeranno 22mila dal 2014 al 2018. Legato a questo il problema degli specializzandi in medicina veterinaria, odontoiatria, farmacia, biologia, chimica, fisica e psicologia oggi senza borse di studio. Per il segretario della Confedir, la confederazione dei dirigenti in pubblica amministrazione, vi uno «squilibrio tra necessità e programmazione nelle scuole di specializzazione». Alcune specialità sono in uno stato di sofferenza cronica: anestesia, radiologia, pediatria, nefrologia, geriatria (con la popolazione che invecchia) e tutta la chirurgia. «Si guadagna molto poco agli inizi, si rischia molto. Due ragioni per scegliere altre strade», testimonia le difficoltà dei colleghi il trapiantologo Antonio Pinna. Il Piano sanitario nazionale per il triennio 2011-2013 approvato il 21 gennaio dal Consiglio dei ministri nella sua forma preliminare individua altri ingranaggi da cambiare nella sanità. Per la formazione degli specializzandi è indicata una copertura per 800-1.000 contratti. E’ da riqualificare la rete ospedaliera con la riconversione degli ospedali di piccole dimensioni e la loro trasformazione nei nuovi modelli territoriali sviluppati dalle Regioni. Va rivista, poi, la rete dei laboratori di analisi, mal distribuiti: il 60-70% delle decisioni cliniche parte da li. Il Piano si sofferma anche sul tema delle vaccinazioni.
(M. De Bac, Corsera 22-01-2011)