Ci sono anche buone notizie sull’università italiana Stampa
Uno degli argomenti spesso evidenziati dalla stampa è quello secondo cui l’università italiana versa in un pessimo stato e ciò è certificato dai rankings internazionali: nessuna università italiana è tra le prime 200. Invece nel 2008 il Times Higher Education Supplement, accanto ai ranking per singola istituzione, ha fatto anche quelli dei sistemi di istruzione superiore e l’Italia si piazza all’ottavo posto nel mondo e primo in Europa per la probabilità che uno studente ha di ricevere una buona istruzione e al dodicesimo posto nel mondo in termini di qualità complessiva del sistema. Inoltre è appena uscito un rapporto UNESCO, secondo cui il sistema americano, per quanto riguarda la didattica, è uno dei peggiori al mondo, sebbene le sue istituzioni di vertice egemonizzino i ranking internazionali in quanto che ha ottimi e ben finanziati centri di ricerca, ma per il resto e nel complesso non eccelle. Si legge anche che in Italia  si produce poco e con scarsissima rilevanza internazionale. Una recente ricerca del CNRS francese ci dice invece che la ricerca italiana si piazza all’ottavo posto nel mondo e al quarto in Europa per numero di pubblicazioni; è al settimo posto nel mondo per numero di citazioni; le eccellenze sono nei campi della medicina, matematica, fisica, biologia molecolare e genetica, scienze spaziali, neuroscienze e scienze del comportamento; i giovani ricercatori italiani si piazzano al secondo posto in termini di successo nell’ottenimento dei finanziamenti del Consiglio Europeo della Ricerca; delle 45.000 pubblicazioni prodotte nel 2007 il 40% sono state frutto di collaborazioni internazionali. Si consideri che i Paesi che ci precedono sono quelli in cui il finanziamento dell’università e della ricerca è nettamente più alto del nostro. E a proposito di finanziamento l’Italia si trova al trentaseiesimo posto dei paesi OCSE relativamente alla spesa per l’istruzione universitaria sul PIL, al ventiseiesimo posto per quanto riguarda il rapporto docenti-studenti e tra gli ultimi relativamente al numero di studenti che beneficiano di sussidi e borse di studio.
(Da M. Vaira, multiversitas.it 05-01-2011)