RIFORMA DEL SISTEMA UNIVERSITARIO CATTOLICO Stampa

Il Papa vuole mettere ordine nel sistema universitario cattolico mondiale. Un ginepraio di 1365 università a cui ai aggiungono centinaia di istituzioni collegate, facoltà di teologia e istituti per un totale di 64.500 studenti e 12.000 docenti. «Serve una coraggiosa rivoluzione culturale» per costruire una Chiesa in uscita, missionaria e moderna, sicuramente meno frammentaria di quanto non sia ora e più omogenea culturalmente. Con una visione generosa e aperta al mondo, all'ambiente, al tema migratorio. In Vaticano è stata presentata la Costituzione Apostolica Veritatis Gaudium con la quale il Vaticano rivedrà lo spirito e l'organizzazione del mondo accademico teologico. Il sogno del pontefice è di riuscire attraverso un percorso fatto di regole precise e contorni elaborati a rendere compatto l'insegnamento filosofico, teologico, canonico, pastorale. Nell'introduzione spiega che la Chiesa sta vivendo un cambiamento d'epoca che necessita di un «radicale cambio di paradigma». Poi fa sue le parole di Edgar Morin: «Bisogna ripensare il pensiero». Le università potranno essere aperte solo dopo la valutazione dell'apposita Agenzia per la Valutazione e la Promozione della qualità, creata nel settembre 2007 da Papa Benedetto XVI, e che ora viene inserita nelle norme costituzionali. Si sfrutteranno le novità informatiche e telematiche per consentire una parte dello svolgimento dei corsi anche a distanza. Arrivano negli Statuti procedure per valutare le modalità di trattamento dei casi di rifugiati, profughi e persone in situazioni analoghe sprovvisti della regolare documentazione richiesta. Gli accorpamenti riguarderanno soprattutto gli atenei presenti a Roma per evitare "doppioni e falsa concorrenza". (Fonte: F. Giansoldati, Il Messaggero 30-01-18)