LA CIRCOLAZIONE DEI PROFESSORI. UNA CHIMERA Stampa

La circolazione dei professori da un ateneo all'altro – un tempo i «dotti» erano, per eccellenza, «vagantes» – è ormai diventata una chimera. Le carriere, tranne rare eccezioni, iniziano e finiscono nello stesso luogo dove si è vinto il primo concorso. E ciò accade, soprattutto, per ragioni economiche: gli stipendi sono legati alle università e per spostarsi è necessario che la sede ospitante copra i costi del nuovo docente. I progressivi tagli al Fondo di finanziamento ordinario (FFO) rendono ormai proibitivi questi passaggi e gli incentivi (una tantum) per facilitarli sono insufficienti. Le disastrose conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Se un professore ordinario va in pensione, sarà sostituito (a costo zero) dal collega associato o dal ricercatore in servizio nello stesso dipartimento. Il bisogno di rimpolpare bilanci magrissimi, spingerà le università a investire la quota del pensionamento in progressioni interne di carriera. E lo stesso imperativo economico, purtroppo, incoraggerà sempre più gli atenei a tenere le porte chiuse ai nuovi abilitati esterni. Ma il sapere, come i fiumi, ha bisogno di scorrere continuamente per mantenere vive e limpide le sue acque. (Fonte: N. Ordine, CorSera 30-12-17)