La questione è presto detta: la giustizia amministrativa entra in ballo per il ricorso di alcuni docenti avverso l'introduzione dell'insegnamento in inglese ed esclusivamente in questa lingua per alcuni indirizzi di laurea. Il Politecnico di Milano avrebbe provveduto ad attivare corsi di aggiornamento nella lingua inglese per docenti e allievi, in modo da consentire loro di seguire le lezioni e comprendere i testi. Tengo per me le considerazioni che il rifiuto di alcuni docenti di aggiornare la propria conoscenza dell'inglese mi suggerisce. Ma sul resto non posso tacere, anche e proprio per la parità di accesso all'istruzione e la libertà di insegnamento. Anche chi protesta sa bene che la letteratura scientifica delle materie non umanistiche (e, in qualche caso, anche per queste, vedi la filosofia) è tutta in inglese, Le riviste di ricerca e di diffusione delle conoscenze tecnico-scientifiche sono in inglese. Tutti i ricercatori italiani, se intendono far conoscere nel mondo i risultati dei loro studi e, magari, le loro scoperte, debbono presentare i loro saggi, le loro monografie in lingua inglese, unico veicolo per essere letti e ascoltati ovunque nel mondo. E normale che conferenze scientifiche organizzate da enti italiani si svolgano in inglese, senza che sia prevista alcuna traduzione simultanea. (Fonte: D. Cacopardo, ItaliaOggi 02-02-18)
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