Autonomia-valutazione sia per teaching-oriented sia per research-oriented universities Stampa
Si dovrebbe impostare la riforma del sistema universitario (ma anche di quello scolastico) in modo radicalmente diverso da quello che tutti i progetti, incluso quello Gelmini, propongono. Ossia una riforma basata sul binomio “autonomia-valutazione”, che lasci liberi gli atenei di organizzarsi liberamente come meglio preferiscono soprattutto nella gestione delle risorse umane e dell’offerta formativa, salvo erogare loro i fondi solo sulla base del raggiungimento di risultati soddisfacenti nella ricerca e nella didattica. Una riforma che lasci libero l’ateneo A di spendere tutto il suo monte salari per pochi ottimi ricercatori che insegnino a pochi ottimi studenti, e all’ateneo B invece di assumere molti docenti meno interessati alla ricerca di frontiera e pronti ad accettare carichi didattici maggiori per studenti che non siano interessati ad avere e a dare il massimo. Stesso budget, magari, ma scelte diverse tutte potenzialmente desiderabili purché diano, ciascuna nel proprio campo, buoni risultati. Senza questi margini di flessibilità, gli atenei diventeranno dei falansteri pieni di insegnanti dequalificati e sottopagati e di studenti in parcheggio privi della speranza di trovare lavoro.
(P. Ichino, Il Sole 24 Ore 12-12-2010)