La migrazione spontanea del corpo docente per creare poli di eccellenza Stampa

In Italia la mobilità accademica è rara. Giusto per avere un'idea, esaminando i 15.232 concorsi universitari, svolti tra marzo 1999 e luglio 2002, si scopre che di tutti i docenti immessi in ruolo solo 202 non provenivano dalla stessa università. L'azione che auspichiamo è semplicissima: i singoli docenti universitari devono essere i comodatari del proprio budget. Quindi i concorsi a trasferimento diventano a costo zero. In caso di trasferimento di un docente viene contestualmente anche trasferita la risorsa retributiva. Quando un docente si pensiona (o cessa il servizio) il suo budget è assegnato d'ufficio all'ateneo dove in quel momento egli prestava servizio. Tecnicamente basta modificare di poco il punto del DDL oggi in discussione dove si parla di federazione e fusione di atenei e razionalizzazione dell'offerta formativa, autorizzando gli Atenei, soggetti a valutazione positiva da parte dell'Anvur, a coprire posti di ruolo tramite trasferimento di professori e ricercatori da altro Ateneo con contestuale trasferimento della risorsa retributiva.

Naturalmente è necessario che gli Atenei che bandiscono i posti siano incentivati ad aumentare la propria qualità dal punto di vista della didattica e della ricerca. Questo pone un limite al numero dei concorsi a trasferimento e garantisce che l'Ateneo opererà una selezione all'ingresso. Si può anche pensare a un meccanismo che permetta solo trasferimenti vincolati su base di progetti di alto livello scientifico confermati dalle valutazioni Anvur. Facciamo presente che nel collegato alla Finanziaria 2010 l'articolo 12 già prevede: “in caso di trasferimento di un docente dalla Scuola Superiore di Economia e Finanze a Università Statale viene anche trasferita la risorsa retributiva”.

Non bisogna nascondere che questa norma possa essere anche fastidiosa. Gli equilibri di potere nelle università potrebbero diventare più mutevoli e sappiamo che questo è un problema per chi vive nei corridoi dei rettorati o per chi vuole sistemare dei protetti. Per questo motivo la nostra proposta, avanzata già in altre sedi di discussione tra docenti universitari, ha sollevato molte reazioni negative. Purtroppo il nostro sistema universitario ha paura di qualunque cambiamento. Paura che i trasferimenti alterino gli equilibri di potere. Paura che arrivi uno bravo sul serio a perturbare la quiete del fannullone. Paura che l'ateneo marginale scompaia nel nulla. Paura che l'Università in Italia diventi una cosa seria.
(G. Saccomandi e R. Vitolo, Lavoce.info 25-11-2010)