Il gattopardismo in agguato sulla riforma Stampa
La riforma in fondo è più nelle mani della classe accademica di quanto non immaginino quelli che parlano senza avere letto e senza sapere. Il problema è che, giusto o sbagliato che sia, non si può mettere l'istruzione superiore in mani diverse da quelle degli accademici. Si possono certo introdurre dei controlli e delle responsabilizzazioni: se ci sarà la volontà politica, la nuova legge consente di premiare quelli che lo meritano e di marginalizzare i profittatori. Sarà però un’impresa molto difficile, impossibile se mancherà un consenso forte nella comunità nazionale a sostegno di un’operazione di rinascita del nostro sistema universitario. Le proteste durano un poco e poi tutto torna come prima, se sono dirette contro i mulini a vento o contro fantasmi che si dissolveranno appena investiti dalla luce. Il gattopardismo italiano è invece in agguato sulla riforma universitaria, come su qualsiasi altra riforma, e saprà benissimo come sfruttare regolamenti, decreti attuativi, statuti di Ateneo e quant'altro perché tutto cambi restando tutto come prima. Se si vuole davvero cambiare l'università, renderne più forte il ruolo "pubblico", cioè di palestra di formazione di una classe dirigente di cui c'è bisogno, la sola strada è creare un'ampia unione e solidarietà fra i migliori per bloccare i gattopardi e per sfruttare le opportunità offerte dalla nuova legge. (P. Pombeni, Il Gazzettino 01-12-2010)