DIFFICOLTÀ PER SVOLGERE LAVORO DI RICERCA NELL’UNIVERSITÀ Stampa

Nella situazione attuale, la possibilità di svolgere il lavoro di ricerca all'interno delle Università pubbliche è compromessa, per una serie di motivi. In primo luogo la riduzione dei finanziamenti e del personale rende impossibile mantenere gli standard di sicurezza previsti dalla legge nei luoghi di lavoro. La sicurezza di un laboratorio didattico, nel quale operano gli studenti, dipende criticamente non solo da una corretta manutenzione dei dispositivi di protezione collettivi, ma anche dalla presenza di personale esperto preposto alla vigilanza delle operazioni. Poiché la sicurezza degli studenti (equiparati per legge a lavoratori) è prioritaria, e le inadempienze alla normativa vigente hanno rilevanza penale, ho provveduto a sospendere le esercitazioni in laboratorio in precedenza previste nei miei corsi. Per le stesse ragioni non intendo più prendere sotto la mia supervisione studenti di dottorato di ricerca o tesisti: le tesi che io supervisiono sono oggi soltanto compilative. In secondo luogo, anche il lavoro di ricerca che il docente può svolgere personalmente, è grandemente ridimensionato, perché la riduzione del numero dei docenti comporta un maggiore impegno didattico di ciascuno di noi, e una conseguente minore disponibilità di tempo da dedicare alla ricerca (che peraltro va di pari passo con la minore disponibilità di finanziamenti). Gli estensivi e vessatori obblighi di rendicontazione delle nostre attività, imposti da una inutile burocrazia ministeriale e dall'Anvur sottraggono ulteriore tempo alle attività di ricerca. Infine, le normative concorsuali vigenti penalizzano il precariato e fanno sì che l'inizio della carriera universitaria privilegi persone che si sono formate all'estero, in condizioni molto più favorevoli di quelle vigenti in Italia. (Fonte: A. Belleli, Roars 15-11-17)