Dubbi sui membri esterni nella governance degli atenei Stampa

La revisione dell’assetto di governance interna è indispensabile per far funzionare le università in regime di autonomia. E l’autonomia, a sua volta, è uno strumento indispensabile per governare un sistema complesso e diversificato come è diventata l’università di massa dei paesi avanzati. Non è un caso, infatti, che importanti riforme della governance di ateneo siano state realizzate negli ultimi vent’anni circa da Gran Bretagna (1992), Svezia (1997), Olanda (1997), Austria (2002), Danimarca (2003), Svizzera (2003), Giappone (2004), Germania (2003-2009) e Finlandia (2010). La riforma  Gelmini non contiene i due elementi chiave che caratterizzano le riforme di tutti i paesi elencati sopra: (i) l’introduzione di una maggioranza, o almeno parità, di membri esterni nell’organo collegiale di governo dell’ateneo - board o consiglio d’amministrazione; (ii) la definizione di un “vertice esecutivo” dell’ateneo, cioè il rettore o il suo equivalente, che sia nominato dall’organo di governo (in qualche caso congiuntamente con il senato accademico o con ratifica ministeriale) anziché eletto dai docenti e che assuma un carattere manageriale, anziché di rappresentanza politico-accademica. Altri paesi (Stati Uniti, Canada, Australia) hanno da tempo sistemi universitari che funzionano con questi criteri e anzi, hanno fatto da modello per molte delle riforme introdotte altrove. Oggi, fra tutti i paesi sviluppati di una certa grandezza, l’elezione “a suffragio universale” del rettore sopravvive solo in Italia, Spagna e Grecia. (L. Marrucci, Lavoce.info 26-10-2010)

COMMENTI

1. Il timore, sollevato da qualcuno, che le università si trasformino in Asl, preda del sottobosco partitico e imprenditoriale locale è più che fondato. Il rimedio potrebbe essere peggiore dei mali. Sarebbe necessaria una rivoluzione morale dell'intero paese. (m. canepa)

2 Dagli altri paesi virtuosi si dovrebbe importare, prima della governance, l'efficienza amministrativa e il senso della cosa pubblica della classe politica. In Italia, la riforma della governance nel senso auspicato finirebbe per divenire una forma di lottizzazione politica e spartizione di poltrone per parenti, amici e politici non eletti con risultati devastanti in termini di economicità ed efficienza (vedi la sanità). (Giodb)