DA UNA LETTERA ALLA MINISTRA FEDELI IN DIFESA DELL’UNIVERSITÀ PUBBLICA Stampa

Le rilevazioni statistiche indicano le Università italiane come molto produttive dal punto di vista della quantità e qualità delle pubblicazioni scientifiche, un'alta soddisfazione degli studenti e buone prospettive di lavoro ottenute grazie al titolo di studio ottenuto. Purtroppo però considerando invece i dati che dipendono in modo diretto dalle politiche e dagli investimenti dei governi siamo ultimi o nelle ultime posizioni a livello europeo: abbiamo un basso numero di ricercatori in proporzione al PIL e alla numerosità della popolazione, un basso numero di laureati, uno dei peggiori rapporti numerici docenti/studenti in Europa, un investimento in Università e ricerca in proporzione al PIL molto limitato, stipendi inferiori soprattutto in entrata a quelli riconosciuti in Europa per le medesime attività, un precariato che si protrae per troppi anni, una copertura eccessiva attraverso figure precarie delle attività di ricerca, didattiche e tecnico amministrative, tasse universitarie alte e investimenti per il diritto allo studio troppo limitati ... Le chiediamo di intervenire per quanto di sua competenza presso il Consiglio dei Ministri per ottenere una maggiore attenzione e adeguati finanziamenti per il sistema universitario del nostro paese, prima che gli effetti delle politiche di disinvestimento dell'ultimo decennio portino l'Università oltre il ciglio del baratro su cui si trova. (Fonte: Lettera aperta alla Ministra dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca 03-10-15)