NON SERVE COMPLICARE CON GRAVOSE E INUTILI PRATICHE BUROCRATICHE IL PROCESSO DI RECLUTAMENTO Stampa

I concorsi universitari non impediscono imbrogli e abusi, e spesso servono solo a nasconderli. Nei sistemi universitari che funzionano bene, i dipartimenti sono liberi di assumere o promuovere i professori selezionandoli nel modo che preferiscono; e i giudici non hanno motivo di ingerirsi in queste decisioni. Chi le prende infatti ha incentivi forti a scegliere i candidati migliori sapendo bene che se sbaglia paga caro l'errore in termini di qualità e quantità di studenti, di finanziamenti privati e pubblici, di reputazione. In quei sistemi, si fa in modo che lo Stato e il mercato rendano vantaggiosa solo la scelta ritenuta davvero migliore; e i concorsi sono molto più seriamente selettivi dei nostri, ma scevri da regole procedurali imposte. Perché allora non seguire questi esempi, anche loro imperfetti ma che danno risultati migliori? Aboliamo il valore legale della laurea, dando agli studenti le risorse per premiare con le loro scelte le facoltà migliori. Consentiamo agli atenei di finanziarsi in base alla qualità e alla reputazione della loro ricerca. A quel punto le università che si scelgono professori scadenti dovranno chiudere per mancanza di fondi, non per l'intervento dei giudici. (Fonte: A. Ichino, CorSera 27-09-17)