DOTTORATO. PROPOSTE DI AUMENTO DELLE BORSE Stampa

Secondo i dati del Cineca (il Consorzio Interuniversitario senza scopo di lucro formato da 70 università italiane, 8 enti di ricerca nazionali e il Miur), in Italia nell'anno 2016/17 risultavano immatricolati 26.046 dottorandi, comprensivi delle Scuole Superiori, di cui 20.180 con borsa di studio di varia provenienza. Dal 2008 il numero di posti offerti è andato progressivamente riducendosi. L'introduzione di vincoli progressivamente più stringenti per l'accreditamento dei corsi ha ragionevolmente contribuito in modo significativo a questo fenomeno. In particolare, in seguito all'innalzamento al 75% del numero minimo di borse garantite sul totale dei posti disponibili, la quota di immatricolazioni di dottorandi non borsisti si è ridotta del 21,8%2 in due anni.
L'importo della borsa è fisso dal 2008. L'aliquota contributiva è passata dal 24,72% del 2008 al 33,23% nel 2017 e si assesterà nel 2018 al 34,23%. Un 9,5% in più di contributi che per un terzo ha gravato direttamente sui dottorandi. Anche solo per recuperare questo incremento occorrerebbe prima un aumento della borsa dagli attuali 13.638,47 euro a 14.935,49 euro, con un incremento netto mensile di 95,75 euro e un costo di 34 milioni di euro. Il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (Cnsu), nella sua adunanza del 15 novembre 2016 ha ribadito la necessità di un aumento della borsa di dottorato e ritenuto congrua una ridefinizione del lordo pari a 16.350,00 (+20%, 200 euro netti al mese). Secondo le proiezioni tale aumento costerebbe circa 71 milioni di euro. Vi è anche la proposta, meno onerosa (50 milioni di euro), dell'Associazione Dottorandi Italiani (Adi) di applicare un aumento che consenta ai dottorandi di raggiungere il minimale contributivo Inps. (Fonte: http://www.lettera43.it/it/articoli/economia/2017/10/13/universita-una-proposta-per-i-dottorandi-italiani/214523/ 13-10-17)