Il Tesoro frena la riforma Stampa
Tremonti ha assicurato che entro fine anno un po’ di soldi verranno trovati: «faremo il massimo - ha dichiarato - metteremo quanti più soldi possibile». Quanto non si sa. La finanziaria varata a luglio prevede un taglio di un miliardo e 350 milioni di euro nel 2011 a carico dei nostri atenei, una manovra brutale che da mesi viene contestata dai rettori come dagli studenti, che ancora ieri hanno protestato in tutta Italia. Nelle scorse settimane sembrava che il ministro Gelmini avesse trovato un’intesa di massima col collega dell’Economia («tutto a posto, troveremo le risorse necessarie») poi alla Camera è spuntato l’emendando per assumere i ricercatori e il banco è saltato. La ragione è semplice: mentre Tremonti pare fosse intenzionato a stanziare al massimo 7-800 milioni di euro per ripristinare in parte i tagli, la proposta votata in Commissione cultura ne costa da sola 1,7 miliardi spalmati in sei anni (90 milioni nel 2011, e poi 263 nel 2012, 400 nel 2013, 253 nel 2014, 333 nel 2015, 413 nel 2016) e poi 480 milioni l’anno dal 2017 in poi. Tremonti, tuttavia, garantisce "il massimo impegno possibile" in termini di risorse, ma si procederà con il cosiddetto decreto "Milleproroghe" e non prima. Dopo il Consiglio dei ministri che ha approvato la Finanziaria, il ministro dell'Economia ha risposto così ad una domanda sullo stop alla riforma universitaria. "Col provvedimento di fine anno - ha spiegato il ministro - si aggiustano alcune voci che riteniamo meritevoli. Ovviamente - ha precisato - devi fare la colonna delle esigenze e quella delle disponibilità. Ma l'impegno sull'università è di mettere quanti più soldi possibili. Sull'università e sugli ammortizzatori sociali, abbiamo ben chiare le esigenze ma si fa con quel provvedimento, come da sempre".  (Apcom 14-10-2010 e P. Baron, La Stampa 15-10-2010)