Il piano dei 9000 Stampa

Su lavoce.info Francesco Lissoni, Fabio Montobbio e Michele Pezzoni hanno ricordato cosa è successo nel reclutamento dei docenti universitari negli ultimi 30 anni. Dopo le riforme del 1980 e del 1998 c'è stato un improvviso aumento del numero di assunzioni, al quale ha fatto seguito un lungo periodo di stasi. L'università italiana è andata avanti così: con lunghi periodi di blocchi dei concorsi e delle assunzioni e brevi "finestre" di  improvvise assunzioni, o "promozioni" in massa. Nel DDL 1905, la cosiddetta riforma Gelmini, "ci sono tutte le premesse – hanno avvertito -  per una futura nuova onda anomala di assunzioni.

Ad alcuni commenti al loro articolo così replicano: “Alcuni commenti interpretano il nostro articolo come finalizzato a tracciare un parallelo  tra l'ope legis del 1980 e le "Misure per la valorizzazione dei ricercatori di ruolo e del merito accademico" (pubblicizzato come piano di reclutamento straordinario di 9000 professori associati) approvate dalla maggioranza in sede di Commissione  Cultura quale emendamento al DDL 1905. Tuttavia, al momento di scrivere il nostro articolo, non eravamo al corrente del provvedimento in questione, presentato il giorno 6 ottobre e riportato dai giornali solo qualche giorno più tardi. Semplicemente indicavamo nella mobilitazione dei ricercatori il primo segnale di una "marea montante" creata dal lungo blocco di assunzioni e carriere, resa ancora più agitata, in questo caso, dal timore di un prolungamento indefinito dello stesso. Oggi leggiamo il "piano dei  9000" come il tentativo del governo di arginare quella marea, con il più classico intervento "straordinario": se nei suoi effetti questo non sarebbe (sarebbe stato? sarà? non conosciamo per ora il suo destino) paragonabile all'onda anomala del 1980, certamente ne seguirebbe la logica. Comunque, anche i suoi effetti non sarebbero trascurabili: ad oggi, i professori associati sono circa 18000. Anche ammettendo che, in 6 anni,  la metà di costoro andasse in pensione o passasse al ruolo di ordinario, vorrebbe dire che tutti i "posti" ora esistenti sarebbero di nuovo occupati. E allora ad agitarsi sarebbero i futuri "3+3" (a cui viene promesso un inesistente "tenure track")  e via così, in un susseguirsi di creazioni e distruzioni di gruppi svantaggiati e di pressione.” (F. Lissoni , F. Montobbio e M. Pezzoni, lavoce.info 19-10-2010)