COSTO STANDARD PER STUDENTE. ATENEI MERIDIONALI, LA RIVINCITA DEI FONDI Stampa

Il più importante parametro nel costo standard per studente: contano solo gli «studenti regolarmente iscritti» e non quelli fuori corso, neanche di poco; per questi ultimi il finanziamento è zero. Ciò penalizza nettamente le università del Centro-Sud, nelle quali le carriere degli studenti sono più lente, in base ad un principio assai discutibile: che solo gli studenti «veloci» meritano attenzione.
Già nel giugno 2016 la Camera, approvando all'unanimità una mozione, aveva invitato il Ministero a cambiare i criteri. Grazie alle ultime modifiche approvate dal Senato le piccole università avranno vita meno grama, e si tutelerà l'articolazione territoriale del sistema universitario italiano (per chi avesse dubbi: l'Italia è il Paese europeo con meno università rispetto alla popolazione); verranno inclusi nel calcolo anche gli studenti fuoricorso al primo anno: difendendo il principio che anch'essi sono studenti a pieno titolo, e riequilibrando un po' l'enorme travaso di risorse operato a danno degli atenei del Centro-Sud nell'ultimo decennio.
Insomma: dietro tante disposizioni tecniche si nascondono scelte politiche anche nette; qualche esperto decide per tutti, e disegna la configurazione territoriale dei grandi servizi pubblici, con effetti di grandissimo rilievo. Per fortuna un Rettore ha coraggio e dignità per impugnare queste scelte (in un mondo, quello universitario, nel quale tantissimi cercano di non «disturbare il manovratore», e imperversa una struttura formalmente tecnica, l'Anvur, che invece fa politica). La Corte Costituzionale gli dà ragione. Alcuni senatori comprendono la posta in gioco, pretendono di definire principi e diritti. Si sana così parzialmente una delle tante decisioni «tecniche» che stanno portando il sistema universitario del Centro-Sud a deperire; i diritti dei giovani del Sud ad essere ridotti. Un piccolo passo controcorrente. Aspettiamo fiduciosi che ora il Parlamento si riappropri dell'intera materia, oggetto di decisioni «tecniche» davvero scandalose. (Fonte: G. Viesti, Il Mattino 10-08-17)