LA TENDENZA DELLE IMMATRICOLAZIONI ALL’UNIVERSITÀ Stampa

L'Istat (L'Italia in cifre, 2016) informa che a tre anni dal titolo è in cerca di lavoro il 12-13% dei laureati magistrali, il 19-20% dei laureati triennali, almeno il 30% dei diplomati di scuola superiore e almeno il 40% di chi è senza diploma. Allora perché le iscrizioni all'università sono in calo? Si verifica da anni un calo fisiologico degli immatricolati dovuto alla minore natalità, tuttavia non si sta verificando alcun crollo sistematico di iscritti. Si nota, invece, una considerevole minore propensione degli studenti a iscriversi a università del Meridione e a spostarsi dal Sud al Nord per realizzare gli studi universitari, tendenza che, se permangono gli attuali sistemi di valutazione e premialità delle università, non è destinata ad esaurirsi. In realtà, in rapporto al numero di residenti, il sistema educativo italiano mostra dati piuttosto stabili (Istat, Italia in cifre. 2016): nel 2014/15, il 93% della popolazione in età 14-18 frequenta una scuola secondaria superiore (era il 93% anche nel 2005/06, mentre era il 68,3% nel 1990/91) e s'immatricola all'università il 29,4% dei diciannovenni (era il 30,8% nel 2005/06). Alla fine, si laureano in Italia circa 300mila giovani ogni anno (I + II livello). Pertanto, anche se la tendenza è a lentamente ridursi, i grandi numeri dell'università italiana sono tuttora importanti. Anzi, il numero di laureati tra i giovani è quasi uguale alla soglia-obiettivo della Ue, in risalita negli ultimi anni, partendo da posizioni molto sfavorevoli. (Fonte: L. Fabbris, sussidiario.net 16-06-17)