IL NUMERO DEI LAUREATI DI I E II LIVELLO IN MATERIE SCIENTIFICHE AUMENTA, MA LA PERCENTUALE DI OCCUPATI IN QUESTO SETTORE STENTA A DECOLLARE Stampa

Nelle statistiche Eurostat che forse più contano in termini d’impatto sull’innovazione, quelle riguardanti i livelli d’istruzione più elevati, ovvero lauree di secondo livello e dottorati, quasi raggiungiamo la media europea: i giovani tra i 20-29 anni con tali titoli sono in Italia poco meno che nella UE. In Italia ci sono tante dottorande e laureate di secondo livello in fisica, scienze, ingegneria quanto negli altri Paesi europei, e anzi, nel caso di laureati di secondo livello, più che in Germania, Svezia, Belgio. Succede dunque che abbiamo un sufficiente numero di 25enni che esce da un’università con un titolo elevato, apparentemente spendibile e utile a tutto il sistema produttivo, ma poi per varie ragioni questi stessi giovani non riescono a sfruttarlo. Va un po’ meglio per le donne, a quanto pare. Oltre a studiare materie scientifiche come le coetanee europee sono più degli uomini tra gli occupati in questi settori. Tuttavia il problema rimane, c’è una spinta a occuparsi di più di tecnologia, molti giovani stanno capendo che è importante orientarsi verso studi scientifici, ma la volontà individuale non basta. Finché non vi sarà una spinta di governi e imprese verso un aumento della produttività, verso investimenti in tecnologia e innovazione, molte di quelle lauree e di quei dottorati saranno sprecati e inutilizzati. (Fonte: www.linkiesta.it 28-06-17)