LA GESTIONE DEI CORSI E L’ACCOMPAGNAMENTO AL MONDO DEL LAVORO Stampa

Per aiutare la gestione dei Corsi universitari, per valutarli ciclicamente, si chiede ai loro responsabili di compilare protocolli e di studiare tabelle; di condurre inchieste e compulsare statistiche; di lodare i percorsi di studio e le performance degli stessi, dichiarando al tempo stesso le criticità didattiche, le carenze, le “azioni” intraprese o da intraprendere per superarle, i tempi e le fasi di tali processi, i relativi responsabili. Si forniscono dati e tabelle (naturalmente on-line) già ben presenti sulle scrivanie dei valutatori, per far dire ai Presidenti e ai gruppi AQ [Assicurazione della Qualità] le cose che i committenti già sanno: quanti studenti, quante studentesse, quanti anni per la laurea, quali voti, quali medie, quali miglioramenti, quali peggioramenti. Si pretende che Dipartimenti e Corsi interpellino la Confindustria o, in mancanza, l’associazione caciottari locale, sull’importanza del corso di laurea in Semiologia e Linguistica, o in Scienze della Mercatanzia: sulla congruenza del suo piano di studi col Mercato. Chiedono come si posizioni il Corso rispetto a knowledge and understanding, con particolare riferimento ad applying knowledge and understanding, soprattutto; vogliono che si sappia quanto sia importante la capacità degli studenti nell’arte del making judgements nonché delle communication skills; il tutto al fine, naturalmente, di soddisfacenti learning skills. E se nella descrizione, nella programmazione, nell’analisi dei dati, nell’abisso fra proponimenti e realizzazioni didattiche può servire talvolta la retorica, la manipolazione, la promessa, c’è poi un punto sul quale la ghigliottina non può non cadere, o almeno stare lì, appesa a un filo magnanimamente tenuto: l’accompagnamento al mondo del lavoro. Sì, i docenti, un gruppo scelto fra loro, dovrà pur “accompagnare” i giovani da qualche parte. Dove siano stati scritti questi compiti (in quale contratto di lavoro o in quale stato giuridico) nessuno lo sa. Uno crede di aver studiato e di dover insegnato analisi matematica o filologia slava. No, deve “accompagnare” i giovani al lavoro. Governo, Ministeri, Regioni, Imprese non creano lavoro. Gli investimenti sono a secco. La spesa pubblica langue, invischiata nel Debito. La ricerca, manco a parlarne. Ma i docenti debbono “accompagnare” al lavoro che non c’è. (Fonte: https://tinyurl.com/y8cdtuw3 03-07-17)