LA VALUTAZIONE POSSIBILE – TEORIA E PRATICA NEL MONDO DELLA RICERCA Stampa

Autore: Andrea Bonaccorsi, ed. Il Mulino Studi e Ricerche, 2015, 220 pgg.
Sul libro di Bonaccorsi il Bollettino telematico di filosofia politica propone due articoli: !) Roberto Caso, Una valutazione (della ricerca) dal volto umano: la missione impossibile di Andrea Bonaccorsi. 2) Maria Chiara Pievatolo, La bilancia e la spada: scienza di stato e valutazione della ricerca.
Il primo testo critica la tesi esposta da Andrea Bonaccorsi nel recente “La valutazione possibile. Teoria e pratica nel mondo della ricerca”, Il Mulino, 2015, condensabile nella seguente affermazione: la valutazione è espressione degli imperativi istituzionali della scienza così come teorizzati da R. K. Merton. Per Roberto Caso l’autore legge l’opera mertoniana in modo distorto e parziale e trascura la dimensione giuridica del rapporto tra norme formali poste dallo Stato nel processo valutativo e regole informali della scienza, E’, infatti, difficile trasformare quanto in Merton era l’ethos condiviso di una comunità scientifica autonoma in norme di diritto amministrativo senza alterarne profondamente la natura. Il disegno della valutazione che Bonaccorsi rappresenta come democratico, dialogico, condiviso e trasparente collide frontalmente con la prassi italiana dell’ANVUR, motore immobile di orrori giuridici e di un gigantesco contenzioso che consegna l’ultima parola sulle pratiche valutative ai giudici.
Il secondo testo si interroga sulle radici filosofiche di questi orrori. Per distinguere la riflessione della ragione teoretica e pratica dagli elementi empirici, prende le mosse da una concessione: fa finta che il sistema di valutazione teorizzato da Bonaccorsi sia una fotografia – mertonianamente – fedele del modo in cui la comunità scientifica valuta se stessa. Ma, perfino con questa assunzione, la sua costruzione ha come esito un sistema di valutazione praticamente dispotico e teoreticamente retrogrado.
Il sistema è dispotico perché trasforma un ethos informale e storico in una norma di diritto amministrativo fissa, che cessa di essere oggetto di scelta da parte della comunità scientifica; ed è retrogrado perché, stabilendo questa norma, cristallizza, come nel castello incantato della Bella addormentata nel bosco, l’evoluzione in un fermo-immagine non più superabile senza ulteriori interventi amministrativi. A questo argomento principale si aggiungono alcune parti accessorie: la prima si occupa della questione, proposta da Bonaccorsi, della verificabilità empirica di alcune tesi dei suoi critici; la seconda prende in esame un campione di citazioni addotte dall’autore a sostegno di alcuni passaggi argomentativi importanti.
Entrambi i contributi sono ispirati dalla prospettiva ideale e critica della scienza aperta, che è già in grado di orientare, perfino con gli strumenti attualmente esistenti, un sistema di valutazione più conforme al principio costituzionale della libertà delle arti, delle scienze e del loro insegnamento.
(Fonte: Gli articoli sono stati segnalati da Roars > http://tinyurl.com/ly2xf4k 04-05-17)