IL GIOGO BUROCRATICO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SI APPLICA ALL’UNIVERSITÀ MA NON ALLA RAI Stampa

“No, non è la BBC, ma è la RAI, la RAI TV!” diceva un famoso motivetto radiofonico. Anche a noi universitari piacerebbe tanto poter tornare a lavorare ad armi pari con i colleghi stranieri, liberandoci di tutta questa ottusa burocrazia. Basterebbe un articoletto di legge di poche righe:
“Al fine di assicurare il pieno ed efficace svolgimento del ruolo istituzionale delle Università e degli Enti di Ricerca, nel rispetto dei principi di autonomia stabiliti dall’articolo 33 della Costituzione e specificati dalla legge n.168 del 9 maggio 1989, NON si applicano alle Università statali e agli Enti di Ricerca le norme finalizzate al contenimento di spesa in materia di gestione, organizzazione, contabilità, finanza, investimenti e disinvestimenti, previste dalla legislazione vigente a carico dei soggetti inclusi nell’elenco dell’ISTAT di cui all’articolo 1, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n.196.”
Nell’ultimo decreto-legge “Milleproroghe” qualcosa di simile è stato fatto per la RAI, azienda pubblica finanziata dal contribuente, che finora è stata esentata dal giogo burocratico della Pubblica Amministrazione su spending review, appalti, acquisti e assunzioni. Lo sarà per un altro anno grazie all’intercessione del Governo (si veda l’Art. 6 D.L. 30 dicembre 2016, n. 244).
C’è da scommettere che il prossimo anno l’eccezione verrà prorogata di nuovo, perché una cosa è sicura: se si applicassero alla RAI le norme della PA essa fallirebbe in pochi mesi, incapace di reggere il confronto con la concorrenza privata e internazionale. In questo labirinto burocratico la RAI non potrebbe certamente garantire la continuazione del servizio pubblico. Anche l’Università eroga un servizio pubblico ma, purtroppo, questo non viene percepito. Purtroppo, a differenza della RAI, non interessa a nessuno se le stravaganti norme che paralizzano la PA rendono l’Università incapace di reggere il confronto con la concorrenza privata e internazionale. (Fonte: N. Casagli, Roars 16-01-17)