FONDI E ASSUNZIONI PER L’UNIVERSITÀ. 180 DIPARTIMENTI D’ECCELLENZA. LE PROSPETTIVE 2017-18 SECONDO LA MINISTRA FEDELI Stampa

«Nel 2017 il Fondo di finanziamento ordinario delle Università italiane supererà i 7 miliardi, con un incremento dovuto alla somma degli interventi per il diritto allo studio, l'orientamento e la ricerca di base (rivolto a ricercatori e ad associati), mentre nel 2018 la somma sarà di 7,3 miliardi, +4,2% rispetto al 2017 e +6,1% rispetto al 2016, grazie all'afflusso di ulteriori risorse». Lo ha detto la ministra dell'Università e della ricerca Valeria Fedeli, inaugurando a Napoli l'anno accademico dell'Università Parthenope. «In questo modo - ha aggiunto il ministro - il Fondo di finanziamento ordinario tornerà a sfiorare la quota di 7,4 miliardi di euro del 2009». «Tra poche settimane - ha confermato la titolare del Miur - si concluderanno i due piani straordinari di assunzioni varati con la Legge di Stabilità 2016, per 861 ricercatori universitari, 216 ricercatori negli Enti Pubblici di Ricerca vigilati dal Miur, e per le chiamate dei professori di I fascia negli Atenei italiani. Nel corso del 2017 - ha detto ancora la ministra dell'Università - come prevede la Legge di Bilancio 2017, saranno completate la regolamentazione e la commissione per dare seguito al progetto di finanziamento per i migliori dipartimenti universitari, i cosiddetti 180 "dipartimenti di eccellenza"». Si tratta - per la ministra - di «un nuovo "piano straordinario" per i giovani ricercatori. Che, insieme ai precedenti provvedimenti sulla liberalizzazione del turnover consentirà, per almeno il 25% dei fondi, di assumere nuove figure a tempo determinato. Inoltre fino al 70% delle risorse disponibili, inclusi i punti-organico necessari, potranno essere impiegate per assumere personale». Infine La ministra cala un’altra carta, ossia «prima dell’estate sarà varato il nuovo Fondo per il finanziamento delle attività base di ricerca, pari a 3 mila euro all’anno per i migliori 15 mila ricercatori e professori associati in servizio nelle università statali». (Fonte: Il Mattino 18-02-17)