Secondo il CIVR sono il 10% su oltre 62.000 i ricercatori improduttivi Stampa
Durante il prossimo autunno le università saranno tenute a inviare i dati relativi alle pubblicazioni di professori e ricercatori. Nei successivi diciotto mesi, il Civr produrrà le pagelle del sistema di ricerca. «I dati - spiega Cuccurullo - peseranno anche sulla distribuzione dei fondi alle università». Si prevede che saranno oltre 146mila i prodotti da valutare fra articoli, libri o capitoli di libri, brevetti depositati, prototipi. Ognuno dei soggetti sottoposti a valutazione dovrà presentare due pubblicazioni. «Sarà facile - spiega Cuccurullo - capire chi lavora e chi no. Prima d’ora non si erano fatte rilevazioni così approfondite». Secondo un primo screening del Civr sono il 10% su oltre 62.000 i ricercatori improduttivi. Tra un anno e mezzo sapremo esattamente chi sono e dove lavorano. Coloro che dovranno giudicare i lavori potranno semplicemente leggerli o avvalersi dei cosiddetti indici bibliometrici, ovvero del numero di volte che un lavoro viene citato e dove. Più la qualità della citazione è importante (per esempio se un lavoro viene ripreso da uno studioso di fama internazionale), maggiore è il punteggio che riceve l’autore. Conterà anche la fama internazionale del prodotto. I voti vanno da 0 a 1. Un lavoro limitato prende zero, uno eccellente uno, uno accettabile 0,5, uno buono 0,8. Se c’è un ricercatore improduttivo c’è una penalizzazione di 0,5 punti che peserà sulla graduatoria finale che i panelist (coloro che valutano) stileranno dando le pagelle a ricercatori, strutture da cui dipendono, atenei. Nel giro di un anno e mezzo si potrà sapere dove si fa la ricerca migliore con dati recenti e approfonditi. Più il lavoro è innovativo, più ha un peso internazionale, più ha una potenzialità anche in termini economici maggiore sarà il voto. (I. Ricci, Il Messaggero 07-07-2019)