Bologna, una delle capitali italiane della innovazione Stampa
Nel solo 2009 a Bologna sono stati depositati oltre mille brevetti, il 7,6% del totale italiano. Ancora più significativo è il fatto che nel capoluogo emiliano vi sono 9,5 depositi di brevetti per mille imprese attive, un dato cinque volte superiore alla media nazionale. Il dinamismo del territorio è confermato dal numero di spin-off frutto dei programmi regionali (il 51% del totale Emiliano-romagnolo) e dalla partecipazione delle imprese ai bandi per l'innovazione. La rete bolognese ha diversi protagonisti: l'Università, con 71 dipartimenti e 20 centri interdipartimentali di ricerca ed eccellenze nel campo della meccanica, dell'ingegneria e delle scienze delle costruzioni, di chimica e fisica; il Cnr, specializzato soprattutto su ambiente e nanotecnologie; l'Enea. In questi tre enti operano oltre 2.200 ricercatori. Sempre più stretto poi il rapporto tra le imprese e la Fondazione dell'ateneo bolognese, l'Alma Mater, che collaborano in T3Lab, un laboratorio di ricerca consortile. «Qui i ricercatori dell'Università e i loro tutor sviluppano progetti trasversali definiti con le aziende e forniscono risposte a richieste più specifiche». Inoltre, nel 2007 Unindustria e Università hanno stipulato un accordo per la creazione di una task force in vista dell'avvio del VII programma quadro europeo, allo scopo di catalizzare il maggior numero di risorse. «Con il VI programma quadro - spiega il direttore dell'area ricerca dell'Università, Bruno Quarta - avevamo ottenuto contributi per circa 24 milioni; oggi siamo a quota 35 milioni. E siamo solo al terzo anno. Inoltre, abbiamo una percentuale di successo tra progetti presentati e approvati che è doppia rispetto alla media europea. Abbiamo anche valorizzato i nostri 76 brevetti, migliorando la negoziazione degli accordi per le licenze e ottenendo una maggiore redditività». (Il Sole 24 Ore 28-06-2010. Testo integrale su  http://rassegnastampa.crui.it/minirass/esr_visualizza.asp?chkIm=3)