L’occupabilità dei giovani con laurea e diploma Stampa
Per i laureati tra i 25 e i 34 anni il tasso di disoccupazione è l'11,2%, contro l'8% per i diplomati e il 23% per chi ha conseguito la sola terza media. Lo sottolinea «Italia 2020», il piano di azione per l'occupabilità dei giovani attraverso l'integrazione tra apprendimento e lavoro, realizzato dai ministri dell'istruzione Gelmini e del lavoro Sacconi. Il documento è stato presentato il 16 giungo agli assessori regionali e alle parti sociali. In particolare, tra i diplomati che hanno trovato un impiego dopo 3 anni dal conseguimento del titolo, circa l'83% di quelli provenienti dai tecnici e dai professionali hanno un lavoro a tempo pieno, rispetto al 50% dei liceali. Ragazzi con retribuzioni più elevate: il 42% guadagna più di 1000 euro al mese. Ma nel passaggio all'università il tasso di disoccupazione aumenta del 9% negli uomini e diminuisce, di poco, nelle donne (2,5%). Un'eccezione nel panorama europeo, dove la laurea comporta sempre dei vantaggi. In Germania porta la disoccupazione a diminuire del 55,3% nei ragazzi e del 45,4% nelle ragazze, in Francia dell’8,2% per gli uomini e 35,5% per le donne. Anche la Grecia ha quote migliori dell'Italia: uomini -8,2%, donne -40,2%. Il 30% dei giovani occupati italiani tra i 15 e i 29 anni, però, ha un lavoro a termine, a conferma che non si accede più al mercato del lavoro tramite contratti standard ma transitando attraverso contratti più o meno contemporanei e/o atipici. «Integrare quanto più possibile l'apprendimento con il lavoro», sottolinea Sacconi, per evitare dispersione scolastica e disadattamento scolastico con percorsi troppo lunghi. Penso ai contratti di apprendistato di primo livello che si realizzano in aziende convenzionate con l'università». (E. Micucci, ItaliaOggi 22-06-2010)