Libri citati Stampa
Nella distrazione generale: scarso il livello della discussione sulla stampa, dopo che il Governo, nella fase preliminare (fine 2008 e prima metà del 2009) aveva incassato una vigorosa campagna stampa "contro i baroni", dalla quale Davide Carlucci e Antonio Castaldo hanno ricavato persino un instant book: Un paese di baroni (Chiarelettere, 2009). Sul "Corriere della Sera" del 5 giugno il professore ed editorialista Ernesto Galli Della Loggia torna a dire la sua: "Tra illusioni e pregiudizi". Si parte ricordando tre pamphlet: Raffaele Simone (Laterza 1993): «L’università dei tre tradimenti», Roberto Perotti (Einaudi, 2008): «L’università truccata» e Andrea Graziosi (Il Mulino, 2010): «L’università per tutti. Riforme e crisi del sistema universitario italiano». "Che cosa insegnano questi libri? - scrive Ernesto Galli della Loggia - Soprattutto questo: che dietro una facciata di estrema democraticità costruita negli anni ’60-’70 (libertà per qualunque diplomato di iscriversi a qualsiasi facoltà; tasse d’iscrizione mediamente assai basse; estrema facilità dei corsi; equivalenza formale di tutti gli atenei a causa del valore legale del titolo di studio e finanziamenti eguali per tutte le sedi) è venuta crescendo contemporaneamente una struttura inefficiente e sperperatrice (altissimo numero di fuori corso, smisurata percentuale di impiegati amministrativi rispetto al corpo docente), governata da una corporazione professorale volta quasi sempre ai propri esclusivi interessi (rettori in carica per decenni; moltiplicazione insulsa delle materie, dei corsi di laurea e delle sedi decentrate al solo scopo di moltiplicare i posti per i docenti; scarso impegno didattico e scientifico; privilegio accordato alle carriere interne e ai candidati locali rispetto al reclutamento di forze nuove ope legis accettate con il consenso di tutti. In aggiunta, naturalmente, alla ben nota gestione dei concorsi perlopiù priva di ogni trasparenza". E conclude: "Come si vede, il quadro fornito dai libri di cui dicevo sopra è ben diverso da quello solitamente fornito dalle cosiddette «lotte studentesche”, al quale in tutti questi anni si è avvezzata troppo docilmente molta parte dell’opinione pubblica. L’Università italiana, insomma, non è l’arena dove si scontrano da un lato i buoni cioè - gli studenti e i professori, tutti uniti sotto il sacro manto della Ricerca, della Cultura e del Diritto allo Studio con la lettera maiuscola - e dall’altro il cattivo ministro di turno, per principio affamatore della ricerca e dell’istruzione, incompetente, insensibile e autoritario così come il suo partito". E' la premessa per una generosa apertura di credito sui contenuti del DDL: "tentativo onesto e ragionevole...". Dei tagli al sistema dell'istruzione pubblica Galli Della Loggia non parla. Dello schema di governance dice che cerca di incidere per "introdurre criteri di ricambio e di funzionalità negli organi di governo degli atenei". Insomma, è una voce di aperto sostegno.  Temperata dall'invito - abbastanza ragionevole - a superare "contrapposizioni puramente ideologiche che non ci hanno portato da nessuna parte". Ma da che parte vogliamo andare? (http://www.rete29aprile.it/ 06-06-2010)