Università a dieta Stampa
Tremonti conferma la dieta per l'università italiana. Nel 2011, il fondo ordinario per il funzionamento degli atenei riceverà in dote, dallo Stato, 5,9 miliardi di euro, in calo del 17% rispetto al 2010 (quando l'assegno pesava 7,2 miliardi). Nel 2012, il fondo salirà a poco più di 6 miliardi, ma non potrà più contare sui, complessivi, 700 milioni (di cui 400, per il 2011) di aumento previsti nelle primissime bozze della manovra, cancellati, in fretta e furia, dalla versione ufficiale del provvedimento, pubblicato in Gazzetta lo scorso 31 maggio e, ora, sbarcato in Senato per la conversione definitiva in legge. Per Giuseppe Valditara, senatore del Pdl e relatore del ddl sull'università, attualmente fermo a Palazzo Madama, tutto questo «bloccherà il sistema di premialità che abbiamo disegnato con la riforma degli atenei e soprattutto metterà in ginocchio le università, che potrebbero non essere più in grado di garantire l'erogazione del servizio pubblico». Valditara ha annunciato quindi che presenterà un emendamento ad hoc alla manovra per chiedere il ripristino per il 2011 delle risorse del Fondo di finanziamento per l'università e la cancellazione dello blocco degli scatti: «che - ha dichiarato - possono essere congelati, ma non spazzati via per sempre». Del resto, la manovra non è stata tenera con gli atenei. A partire dalla sforbiciata lineare del 10% di tutte le spese dei ministeri, Viale Trastevere inclusa, che significherà, per le università, un ulteriore "alleggerimento" di circa 70 milioni, fino al 2013, sulla voce "istruzione universitaria". A essere più colpite, quindi, saranno tutte le "spese" che rappresentano il valore aggiunto della didattica, come le attività di laboratorio, i corsi di perfezionamento, le convenzioni università-lavoro. E se la manovra, ancora, esclude gli atenei dall'ulteriore riduzione del 20% (rispetto alle spese 2009) dei costi per studi e consulenze, dall'altra, mette mano al portafogli per quanto riguarda relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza, che dovranno essere contenute di un analogo 20%, rispetto sempre all'anno prima. Bisognerà, invece, sforbiciare del 50% le spese per le "missioni estere", con penalizzazione per i viaggi e gli stage di istruzione fuori dall'Italia (tipo, progetti Erasmus e simili). (C. Tucci, Il Sole 24 Ore 11-06-2010)