Tagli ingiustificati e rischio per gli stipendi Stampa
«I tagli all'università sono inaccettabili e se non verranno modificati gli atenei italiani saranno in ginocchio. Non ci saranno neppure fondi sufficienti a pagare gli stipendi. Un fatto incomprensibile, soprattutto alla vigilia di una riforma universitaria che convinta-mente sosteniamo e che cancella i vecchi automatismi, ancora presenti invece in altri comparti pubblici, legando le retribuzioni dei docenti ai risultati raggiunti». Giuseppe Valditara, senatore del Pdl e relatore della riforma universitaria all'esame del Senato, attacca l'assenza di risorse nella manovra per gli atenei. Ma davvero sono a rischio gli stipendi? «Lo dicono i numeri. Il fondo per il finanziamento ordinario con cui si sostiene l'università, al netto dei pensionamenti e del blocco del reclutamento, nel 2010 è di 7,206 miliardi, di cui 7,329 destinati a copertura delle spese per il personale. Nel 2011, con il taglio imposto dalla scorsa Finanziaria di oltre un miliardo, avremo complessivamente a disposizione soltanto 6,130 miliardi. Di conseguenza, poiché solo per pagare gli stipendi servirebbero 7,383 miliardi ci troviamo di fronte a un buco di 1,253». In altri paesi però hanno direttamente tagliato gli stipendi... «Ma non si taglia mai la scuola, l'università, la ricerca. La Germania, che ha fatto una manovra per certi aspetti significativamente più poderosa, non ha lesinato sulla ricerca, anzi ha aumentato gli stanziamenti di 12 miliardi. In questa manovra invece non c'è nulla. Anzi vengono decurtati del 50% i finanziamenti per i contratti a termine con cui si pagano i ricercatori. Senza contare la stretta sulle borse di studio: oltre un terzo non potranno più essere finanziate». (B. F., Il Sole 24 Ore 16-06-2010)