DOTTORI DI RICERCA: OFFERTA E DOMANDA Stampa

Quando fu istituito, nel 1980, il dottorato di ricerca era pensato principalmente come formazione per chi intendeva intraprendere la carriera accademica. Alla fine degli anni Novanta l’impostazione cambia: il dottorato diventa il terzo livello di formazione universitaria, il cui obiettivo è preparare ricercatori ad alta qualificazione, impiegabili anche nel mondo extra-universitario. Ma quanti sono i dottori di ricerca formati in Italia? Esistono sbocchi professionali adeguati? Durante gli anni Ottanta sono stati proclamati meno di duemila nuovi dottori di ricerca l’anno, pochi di più nel corso dei Novanta. Nei primi anni Duemila si è registrato un incremento consistente, si arriva fino a oltre 10mila. Tuttavia, nel 2011 il rapporto fra dottori di ricerca e popolazione era ancora inferiore alla media Ocse. I dottori di ricerca occupati in attività di ricerca e sviluppo presso le imprese in Italia sono meno che in altri paesi europei. I docenti di ruolo nell’università sono sempre meno dal 2008, con l’unica eccezione dei professori associati che crescono lievemente dal 2014. Dal 2009 gli occupati in R&S nel non profit si sono ridotti di molto, mentre quelli nelle imprese private sono in crescita. Come si può agevolare la coerenza tra formazione e lavoro per i dottori di ricerca? Da un lato, si può agire sull’offerta di dottori di ricerca, non riducendola ma riqualificandola, in modo da garantire una formazione sempre di alto profilo e in linea con le necessità del mondo extra-accademico, pubblico e privato. (Fonte: G. L. Gaeta et al., Lavoce.info 16-09-16)