Tagli alle risorse dell’università in Gran Bretagna Stampa
I tagli voluti dal governo di Gordon Brown stanno mettendo in ginocchio l'università britannica, dove migliaia di docenti rischiano di perdere il posto e dove a causa del numero record di domande d’iscrizione, migliaia di studenti potrebbero essere esclusi dai corsi. Fino ad ora ci sono state circa 570.500 richieste d’iscrizione per il prossimo anno accademico, 106 mila in più rispetto al 2009, con una crescita del 22,9%. A questo corrisponde però una riduzione di fondi decisa dal ministero: gli istituti devono compiere tagli per 449 milioni di sterline e il 5% riguarda i docenti. Secondo l'Ucas, organizzazione che coordina le iscrizioni universitarie, siamo di fronte ad un anno con grandi sfide per l'intero sistema. Molte università hanno già avviato programmi di riduzione del personale ma verranno anche ridimensionati il numero dei corsi e i progetti di allargamento dei campus. I sindacati si preparano intanto a protestare e si parla già di una serie di scioperi che potrebbero ulteriormente rallentare esami e selezioni. Come riporta il Guardian, che ha sentito le opinioni del personale di 25 istituti del Paese, gli insegnanti criticano la manovra del governo, affermando che le università si stanno uniformando al modello semi-privato che vige negli Stati Uniti. Secondo Michael Arthur, vice-rettore dell'Università di Leeds, il budget a disposizione degli istituti sarà ridotto ulteriormente del 6% nei prossimi tre anni, con effetti devastanti. L'University and College Union (Ucu), sindacato del personale universitario, prevede che oltre 15 mila posti di lavoro - soprattutto in ambito accademico - sono destinati a scomparire nel giro di alcuni anni. Fra i tagli in arrivo, che riguardano tutto il Paese, ci sarebbero 200 posti al King's College di Londra, circa 150 all'Università di Westminster e, come affermano le associazioni di categoria, 700 a Leeds, 340 a Sheffield Hallam e 300 a Hull. Alla mancanza di docenti si vuole sopperire con altre figure meno costose, a partire dagli assistenti universitari. Lord Mandelson, ministro delle Attività produttive, che fra l'altro gestisce il settore accademico, ha accusato i rettori di "grossolane esagerazioni" e di "linguaggio estremo", sostenendo che la richiesta di tagli agli istituti è inferiore al 5%. (Fonte: votailprof 08-02-2010). Si veda anche l’articolo del Guardian di J. Shepherd e O. Bowcott “ Thousands to lose jobs as universities prepare to cope with cuts”)